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Traffico

Non aspettatevi niente

Forse è stato solo un incidente

Ieri, dopo anni a farmi domande, ho pensato che forse la verità coincide banalmente con la realtà. Forse non c’è niente da scoprire, niente su cui interrogarsi. Forse quello che devo sapere è già qua, quello che devo supporre posso semplicemente osservarlo. Ieri, nel freddo irriverente di dicembre, questa banalità mi ha colpita come un camion in autostrada. E il mio corpo smembrato non ha saputo ricomporsi.

immagine di un vetro scheggiato con scritto "forse è stato solo un incidente" in corsivo

Il mio busto, colpito centralmente, viaggia ancora sul cofano che mi ha travolta. Osserva, ormai da ore, il santino di Padre Pio che ondeggia accanto al volante, e le mani di Mario, che guida da anni quel camion in quella strada e che, ormai, non si stupisce più di niente.

Il mio braccio sinistro è stato sbalzato lontano dall’impatto ed è finito sul terrazzo di Sara. Una giovane donna che, colpita da un’acutissima forma di miopia, ha scambiato il mio braccio per uno di quei sostegni per le piante in fibra di cocco. Sara sta quindi cercando su Glovo una pianta rampicante per poter utilizzare l’ennesimo oggetto, che non si ricordava di aver comprato.

Il mio piede destro si è incamminato da solo verso il mare. Si era annoiato di camminare sull’asfalto e ha colto rampante l’occasione per prendere un’iniziativa che mai, fino ad ora, gli era spettata. Il piede sinistro invece, meno fortunato, è incastrato nel guardrail adiacente al luogo dell’impatto. Da ore cerca di liberarsi con scarsi risultati.

Uno dei miei indici è schizzato via, fino ad arrivare a suonare il campanello della signora Carla, una signora sulla settantina che vive non lontana dall’autostrada. Carla, dopo aver chiesto insistentemente “Chi è?” al citofono, sta gridando che al giorno d’oggi, con tutti i problemi che ci sono, fare gli scherzi ad una vecchia signora le sembra proprio scortese.

Il mio orecchio destro non so bene dove sia finito, ma Marta ha lasciato Luca perché anche questa volta si è scordato il loro mesiversario. Sia lei che Giulia, inoltre, hanno ritenuto molto irrispettoso il modo in cui lui masticava la gomma durante il funerale di sua nonna.

La gamba sinistraa pochi centimetri dal corrispettivo piede, si trova sul bordo strada e, lentamente, viene smembrata e trascinata via da alcuni animali. Formiche, cani, diversi tipi di uccelli, mosche e una volpe.

Il mio braccio destro volteggia per aria dal momento dell’impatto. La forza con cui sono stata colpita gli permette, difatti, di sorvolare l’intera città. Non si sa dove sia diretto, ma riesce comunque a godere di un buon panorama. Quando si è fatta sera ha visto uno dei più bei tramonti della sua vita.

Della mia testa invece non si hanno più tracce, pare sia dispersa. Alcune voci di corridoio fanno supporre che si sia nascosta o che sia partita per abitare luoghi migliori, magari più caldi, o magari dove l’immaginazione può davvero servire a qualcosa.

Sempre integralmente vostra,

Caterina