Logo di un fiore stilizzato

Traffico

Non aspettatevi niente

Solitamente è pieno di gente

Il corridoio delle mie emozioni solitamente è pieno di gente di ogni tipo. Pazzi scatenati che camminano sulle mani, ricche signore con cappelli piumati che giocano d’azzardo, piccoli omini che scavano un tunnel. E ancora: cani, gatti, uccelli, lucertole, bambini e altri animali simili. Ma quel giorno no.


Quel giorno mi trovavo sola, con intorno il vuoto e un forte silenzio. Non che questo fosse capace di tranquillizzarmi. “C’è troppo silenzio, stai combinando qualcosa!” ha sempre detto mia Nonna. E aveva ragione. C’era sempre qualcosa che combinavo: alcune volte stavo dipingendo tutto l’armadio di verde, altre attaccavo l’ennesimo pezzo di nastro adesivo sul vetro, oppure rompevo pagine di libri e riviste per fare coriandoli. Alcune volte stavo tagliuzzando dei vestiti, o colorando di verde anche il pavimento (a mia discolpa il comando era stato: “Non pitturare l’armadio!” e, sarete d’accordo con me, il pavimento non è certo l’armadio).

Sapevo che c’era qualcosa che non andava, ma non sapevo cosa. I pazzi a testa in giù avevano trovato il giusto verso, e felici si erano incamminati altrove? Le ricche signore avevano finalmente vinto, e stavano sperperando il denaro della vincita in un pub? Avevano forse trovato un luogo dove le loro eccentricità venivano celebrate? O forse mi avevano semplicemente dimenticata, dando una festa per celebrare i successi di tutti, senza invitarmi? Ah se fosse stato così mi sarei offesa!

Avanzavo inquieta e spaventata in un corridoio vuoto, con ancora le tracce del frastuono appena terminato. Inciampavo su monetine usate per grattare le schedine, dovevo scansare le buche e di tanto in tanto abbassare la testa per evitare dei rami. Avanzavo come un’attrice che recita per un pubblico assente, una marionetta che muove i fili di un teatro ormai vuoto. C’era silenzio, ma non sapevo perché.

Così, per non perdere tempo, presi scopa e paletta, dei sacchi dell’immondizia e con pazienza pulii e riordinai tutto. Ogni pezzo di carta al suo posto, ogni buca tappata, ogni ostacolo rimosso.

Allestii il corridoio a festa, con striscioni e palloncini e, quando tutto fu a posto, indossai un vestito elegante. Attendendo il ritorno dei miei compagni mi posizionai seduta, al fianco di un tavolino all’ingresso del corridoio. Da allora sono lì che aspetto, con un vestito ormai passato di moda e i palloncini sgonfi sul pavimento.

Sempre solamente vostra,

Caterina